Cronaca di una festa

Al solito i momenti più belli sono i preparativi: fantastichi su come sarà l’evento, contatti le persone, ti immagini mille cose.
Gli amici più cari ti aiutano aggiungendo entusiasmo al tuo.
Brindi con loro con una bottiglia di birra seduto nei posti più impensabili e spizzichi un pò dal buffet che mangerai la sera.

Hai il privilegio di vedere l’ambientazione prima che la festa cominci: tutto ordinato e tutto incredibilmente vuoto, eppure pieno di fronte ai tuoi occhi che già immaginano gli invitati.

Poi rivedi il tutto con il pienone e ogni cosa sembra diversa: un turbinio di suoni, voci, colori che ti frastuonano sino quasi a non capirci più nulla.
Ovviamente, il durante lo vivi preso da centomila impegni: saluta la gente, offri da bere, alza il volume, cambia canzone, mixa, arrostisci, stappa bottiglie, balla…
Stai con tutti e con nessuno. Ci sei ma è come se fossi altrove, in una dimensione a metà tra quella reale e quella onirica. La stessa del pre-festa.
Dopo, gli amici ti racconteranno fatti che tu non avrai mai visto nè sentito pur essendoci e vorresti tornare indietro nel tempo per riviverli di persona.

Poi vedi il dopo: maree di bottiglie di birra, panini sparsi tra le frittate, piatti di tutti i colori, pezzi di frutta di sangria, il pavimento ridotto a uno stagno, gente che vomita in bagno per mezz’ora.
Ogni volta che vado a una festa di altri o una serata in discoteca ricca di gente, penso sempre a questo aspetto del “prima-durante-poi” che mi affascina, immaginando il locale tirato a lucido pronto per il via e desolatamente vuoto e sporco dopo il gran casino. Penso alle persone che ci lavorano e fanno il loro meglio per offrire il meglio.

Poi, quando tutti sono andati via, abbassi l’ultimo interruttore e la luce si spegne portandosi dietro l’ultima immagine della sala e della festa, sublimata nella tua memoria insieme all’odore della notte.

Il giorno dopo “percepisci il silenzio”. Passi da decine, a volte centinaia di persone, amici, amiche, a te stesso e basta. Come se ascoltassi musica nelle cuffie e di colpo te le levassi.
Vorresti rivedere gli invitati, uno ad uno, per scambiare con loro tutte le parole che non hai detto, terminare i discorsi lasciati a metà per andare a tagliare salsicce o mai iniziati per dover cambiare canzone o aiutare qualcuno a fare qualcosa di importante.

E soprattutto vorresti di nuovo vicine le persone che più ti hanno aiutato a segnare una giornata della tua vita che rimarrà nella tua memoria più intensamente di quella prima o quella dopo. Persone speciali che hai avuto la fortuna di conoscere e con le quali ora condivi esperienze come questa.
Persone alle quali chiedere grazie per la loro presenza.

Sei sfinito, specie se ti sfasci un piede per il troppo entusiasmo, soddisfatto ma non troppo e quasi pensi di non ripeterti per molto tempo.
Ma alla fine concludi che quella di ieri è solo la penultima. Da domani si ricomincia!

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