Non c’è niente da fare… i soldi attirano gli sciacalli come una carta moschicida attira le proprie prede. E’ di questi giorni la notizia della terza (finora, ma c’è da scommettere che non sarà l’ultima) accusa di plagio per la canzone, a mio parere, più bella dell’intero 2008: Viva la vida dei Coldplay. Un pezzo, se vogliamo, storico perchè finalmente gioioso e ballabile a dispetto del repertorio malinconico della band più popolare del momento.
E stavolta a quanto pare si va sul pesante perchè le accuse arrivano nientepopodimenoche dal genio della chitarra elettrica Joe Satriani, che molti ricorderanno per Surfing with the Alien (e non solo), il quale non si è limitato alle parole ma è passato ai fatti per le vie legali per il brano I could fly da lui pubblicato nel 2004.
Ecco le due versioni a confronto:
Prima di lui erano arrivati gli sconosciuti Creaky Boards con The song I didn’t write e la cantante francese Alizeè (ricordate Moi lolita?) con Jen n’ai marre.
Che dire, i video e i relativi audio sono a vostra disposizione e ognuno può comodamente fare i propri confronti.
Le somglianze ci sono, specie con il riff di chitarra di Satriani, ma una cosa mi sembra altrettanto chiara: ognuno dei tre pezzi è decisamente diverso l’uno dall’altro e nessuno può negare come Viva la vida abbia una carica emozionale più forte e più completa.
La somiglianza fa parte ormai del mondo musicale. La musica prodotta dagli albori è talmente tanta e le influenze di un’artista nella propria vita (specie quella “musicale”) sono talmente elevate che mi pare ridicolo pretendere di cercare l’originalità di un pezzo nella semplice combinazione delle note che lo compongono.
Pur somigliando a brani già sentiti, un brano può comunque anche oggi essere originale se aggiunge qualcosa di significativo a quelle somiglianze. Se riesce a infondere nuove emozioni che gli originali non hanno dato e se riescono persino a diventare capolavori superando i suoi predecessori (cosa non rara).
Viva la vida, per me, riesce in questo pienamente.