Non conoscevo Gabriele Muccino prima de La ricerca della felicità che a suo tempo mi sorprese molto sia per la storia che per l’ottima fattura.
Il regista romano conferma, secondo me, di essere uno dei registi rivelazione del nostro paese, il più esportabile e uno dei più godibili.
Sette anime rappresenta una sorta di seguito del film precedente come dimostra la presenza di Will Smith (che ormai non sbaglia un colpo…) la cui accoppiata col regista italiano assicura ottimi incassi, decisamente meritati.
Ma se la ricerca dell’agognata felicità era senz’altro più user-friendly ovvero più immediatamente godibile da una platea variegata, le sette anime (traduzione come al solito un pò strampalata del titolo originale Seven pounds) richiedono un maggiore impegno nel seguire una trama specie all’inizio volutamente intricata e confusionaria (anche troppo).
Non è un film per tutti, ma non perchè troppo impegnato o perchè richieda chissà quale cultura cinematografica, quanto perchè riesca a far breccia nelle emozioni solo se lo si guarda con uno stato d’animo particolare per accogliere nel giusto modo la struggente storia che esplode da metà film in poi. Se questo non avviene il film può apparire eccessivamente mieloso, come infatti dimostrato dalla netta frattura tra i commenti di critici e pubblico, divisi tra gli adoratori e i denigratori.
Io l’ho apprezzato tantissimo, anche più de La ricerca della felicità per due sostanziali motivi: l’eccezionale interpretazione di Will Smith che dà spessore non solo al suo personaggio ma all’intero film e la notevole bravura di Muccino che riesce nel difficile compito di non banalizzare una storia che altrimenti sarebbe parsa troppo da… libro Cuore. Questo grazie a una regia molto “americanizzata” secondo gli ultimi usi: tagli veloci, primi piani intensi, luci e colori tagliati appositamente per emozionare e, non ultimo, un’ottima colonna sonora.
Se entrerete nella giusta chimica del film non potrete fare a meno di commuovervi come poche volte ultimamente in sala, altrimenti lascerete il cinema sicuramente con una certa delusione.