Poco ispirato dal trailer ma molto incuriosito dall’incredibile entusiasmo di pubblico e critica (il film vince premi un pò ovunque) ho guardato il “fenomeno cinematografico del momento” con sempre più fascino e attrazione ad ogni minuto.
Intenso, forte, istruttivo e soprattutto originale. Il “chi vuol essere milionario” indiano, del tutto identico al format italiano se non per un conduttore decisamente più odioso di Gerry Scotti, è soltanto un geniale pretesto per raccontarci la giovane vita dura e avventurosa del ragazzo indiano protagonista e per denunciare nel modo più diretto le contraddizioni di un paese ormai nel novero delle grandi potenze mondiali, sempre più tecnologico ma ancora troppo povero e crudele nel suo contesto generale.
Non solo. Il film, così ricco di spunti, è anche una denuncia neanche tanto velata al mondo delle illusioni, dei quiz che promettono milioni con qualche risposta giusta a dispetto della lotta quotidiana per la sopravvivenza.
Tutto è azzeccato: i dialoghi, la fotografia (roba da non credere ai propri occhi), la musica (esaltante), l’antitesi tra i caratteri dei due fratelli che percorrono due strade diverse che continuamente si intrecciano e la storia d’amore, più forte di ogni sopruso e avvincente fino all’ultimo.
Film da non perdere!