Santa Esmeralda

Tra tutte le canzoni anni 70 e 80 ce ne sono alcune che non possono mai mancare in qualunque scaletta di musica revival, sia essa incentrata per tutta la serata o solo per una piccola parte di essa. Stayin’ alive, Born to be alive, You make me feel sono tra queste ma una in particolare è l’immancabile inno agli anni 70 e al divertimento di una festa che si rispetti. Stiamo parlando ovviamente della fantastica “Don’t let me
be misunderstood”, hit colossale che portò alla ribalta in tutto il mondo un gruppo sino ad allora sconosciuto: i Santa Esmeralda.

Bee Gees

I Bee Gees, trio anglo-australiano di strepitoso successo, sono i gemelli Maurice e Robin Gibb (nati il 22 dicembre 1949, Isola di Man, Gran Bretagna) e il loro fratello maggiore Barry Gibb (1 settembre 1946, Isola di Man). Originari di una famiglia dello showbusiness risiedente a Manchester, essi cominciarono a suonare già da bambini in rappresentazioni scolaresche nei cinema della città. Nel 1958 si trasferirono con la famiglia in Australia, dove cominciarono a esibirsi come trio a Brisbane, Queensland.

Abba

L’acronimo ABBA, coniato nel 1973, rappresenta l’unione di 4 artisti al top della musica pop svedese:

Agnetha Faltskog (5-04-1950) aveva raggiunto il successo nel proprio paese con la hit del 1968 “I Was So In Love”; Bjorn Ulvaeus (25-04-1945) era precedentemente apparso con il gruppo stile folk Hootenanny Singers (originariamente conosciuti come i Westbay Singers). Essi registrarono e rilasciarono anche alcuni album oltreoceano come Northern Lights, prima dell’avvento di Benny Andersson (16-12-1946), apparso occasionalmente con il suo gruppo beat popolare, gli Hep Stars.

Il futuro della tv

C’è un fattore particolarmente interessante da rimarcare di questo Festival che è piaciuto a (quasi) tutta Italia: l’ottima fattura del supporto tecnologico via web da parte della tanto criticata Rai che per una volta merita un grande plauso per il prodotto web che ha saputo offrire.

Dtt o Ddt?

Si parla sempre più insistentemente di Dtt, la sigla che ricorda quella del fantomatico pesticida ma che in realtà identifica il “digitale terrestre”, questo miracoloso sistema che avrebbe dovuto portarci in una nuova era televisiva e che invece non solo stenta a decollare ma rischia persino di naufragare.

The Millionaire

Poco ispirato dal trailer ma molto incuriosito dall’incredibile entusiasmo di pubblico e critica (il film vince premi un pò ovunque) ho guardato il “fenomeno cinematografico del momento” con sempre più fascino e attrazione ad ogni minuto.

Italians

Il film segue lo stile caro a Veronesi riducendo stavolta a due gli episodi ma mantenendo la sostanza: si ride ma non solo.
C’è sempre da imparare da ogni situazione e niente è fine a se stesso. Il problema è capire quanto questo “buonismo” infici sulla riuscita finale del film, perchè in fondo l’episodio migliore è proprio quello più comico…