Il mondo cambia

Lo scrivo proprio mentre ascolto la seconda delle trenta canzoni di prova del mio account su LastFM, finite le quali sarò costretto a pagare 3 euro al mese se vorrò ancora usufruire di questo rivoluzionario servizio che ha davvero cambiato il modo di godere la musica negli ultimi anni.

Dedicata a chi…

Dedicata a chi venti secondi prima delle 3.32 di lunedì 6 Aprile 2009 c’era ancora e sognava chissà quale vita, a chi ha perso i propri cari, a chi non ha più una casa, a chi scava con le mani nude tra le macerie, a chi offre il proprio letto a chi non ce l’ha più, a chi sta ancora là sotto in attesa di vedere la luce.

Internet rules!

Due notizie recenti mi hanno colpito particolarmente e sono soltanto alcune delle mille sfacettature della nuova realtà.
Entrambe non fanno che riportare all’attenzione l’importanza di quella che è a mio parere la vera invenzione del secolo scorso, talmente forte da essere protagonista del primo decennio di quello nuovo: Internet.

Tanto vero da sembrare finto

Da appassionato di mondi in miniatura (a partire dai fantasmagorici Lego) non potevo non rimanere colpito da questo progetto artistico davvero inconsueto.

Lui si chiama Keith Loutit ed evidentemente dev’essere anch’egli appassionato dei mattoncini più famosi del mondo. Perchè si è inventato un sistema per riprendere il mondo vero e farlo apparire come se fosse finto: un modellino appunto.

Mork & Mindy

Un autentico cult tra i telefilm con i quali son cresciuti i trentenni di oggi è senz’altro Mork e Mindy.Vuoi per la simpatia della serie Tv, vuoi per il lancio di uno dei più bravi attori hollywoodiani: Robin Williams.E’ lui che interpreta Mork, l’alieno arrivato con la sua astronave a forma di uovo dal pianeta Ork, dove i terrestri sono visti come gli animali domestici più fedeli.E giunto sulla terra per studiare il comportamento degli umani incontra Mindy, la giovane commessa che lo accoglie nel suo appartamento. Inevitabile la storia d’amore tra gag e risate!

Le zattere

Uno degli emblemi della moda anni settanta.Furono il simbolo della “rivoluzione femminile” un po’ come la minigonna negli anni precedenti.Le “zattere”, per gli americani “platform”, comparvero verso il 1973 per il ritorno alla moda delle gonne lunghe (dopo le minigonne le donne volevano dimostrare di non essere solo gambe…) e si caratterizzavano da un grosso tacco dall’altezza spropositata che consentiva una diminuzione della disparità “altimetrica” tra i due sessi…

La disco ball

Se c’è un simbolo delle discoteche del passato questa è sicuramente la mitica palla a specchi!

Geniale perché di una semplicità unica ma estremamente efficace. Basta farla ruotare su se stessa, investirla con un fascio di luce e l’ambiente si riempie di magici riflessi… Nelle più grandi discoteche dell’epoca (Studio 54 compreso) troneggiava dall’alto, maestosa, per diffondere quante più “stelle” possibili tra i corpi scatenati dei ballerini.